Circo Kafka

dal Processo di Franz Kafka

Venerdì 6 Maggio ore 21,15

con Roberto Abbiati

e la partecipazione di Johannes Schlosser

regia di Claudio Morganti

Nella camera di K a un certo punto irrompono dei poliziotti vestiti di tutto punto, così senza avviso e senza motivo.
Alle persone che ogni giorno si alzano per andare a lavorare, cose del genere possono anche succedere e possono succedere anche ai ladri di polli ma ai delinquenti blasonati no, lì è più difficile perché loro comandano.
Dunque, una mattina K si sveglia e trova due poliziotti vicino al suo letto.
“Beh spiegatemi il motivo della vostra invasione in camera mia!”.
“Niente. Proprio niente, non possiamo dirle niente”.
Circo Kafka è un piccolo spettacolo che ambienta, in un surrogato di circo abitato da marionette, musicisti e ciarlatani, Il processo di Franz Kafka.
In scena Roberto Abbiati innesca le magiche macchinerie costruite insieme a Claudio Morganti; una coppia insolita e inedita che sicuramente farà divertire e riflettere.

Si fa’ co’ icche’ s’ha!

Domenica 27 Marzo ore 16,30

Rassegna teatrale “Teatro di zona”

Siamo ai tempi nostri, in una parrocchia di periferia onde celebrare una ricorrenza, il parroco ingaggia una compagnia di teatranti professionisti commissionandogli due spettacoli per i festeggiamenti. Scorrettamente gli attori si esibiscono in un solo spettacolo e dopo aver intascato i soldi di tutte e due le date previste, si dileguano facendo perdere le loro tracce. Per ovviare a tal mancanza Don Aldo si vede costretto ad improvvisare con l’aiuto di alcuni parrocchiani raccattati qua e là, uno spettacolo in sostituzione, da rappresentare nella data rimasta scoperta al fine di mantenere gl’impegni presi.
Ovviamente, si troverà a gestire ( lui compreso ) gente non avvezza al palco; attori dilettanti ed imbranati, false suore che ballano e contadini musicisti ad avanza tempo, che tra sketch e gag sconclusionate, cercheranno di fare del loro meglio invischiati in un copione slegato ed arruffato., Scritto e diretto dallo stesso parroco.
D’altronde in situazioni come queste bisogna fare buon viso a cattivo gioco. In pratica…  ” SI FA’ CO’ ICCHE’ S’HA! ” (titolo dello spettacolo)
Testo e regia:  Aldo Toccafondi.
Compagnia teatrale: ARISTOMANFANI di Prato.

DERIVA

Compagnia Teatrale KultRoses 659

Rassegna di Teatro indipendente “TEATRO DI ZONA”

di Alessandro Bindi e Andrea Bruni
regia di Veronica Natali
musiche originali di Alessandro Luchi
con Alessandro Bindi, Greta Fanoi, Veronica Natali, Francesco Renzoni
e le voci di Alfredo Cavazzoni, Martina Saetta, Edoardo Novelli

Un uomo, uno come tanti. Una persona con le sue indecisioni, le sue piccole e grandi paure, con la
sua involontaria poesia. Il suo sogno è a tratti un incubo, e porta ad una consapevolezza e ad una
realtà quasi impossibile da descrivere se non abbandonandosi ad essa. E solo con il sogno la si può
accogliere ed accettare.
Ma questa deriva non è il sogno di un uomo solo; è l’incubo di questi tempi, una delle fonti di
angoscia e di dibattito più presenti nella vita di un essere umano del ventunesimo secolo. Tutti noi,
in modi e forme diverse, vi siamo coinvolti e ci viene imposta una scelta, un’opinione, lo schierarsi
da una parte o dall’altra.

Dimenticando magari che c’è chi quest’incubo lo vive davvero. E, troppe volte, ci muore dentro.
“Deriva” non chiede a nessuno di prendere le parti di nessuno, e non fa proclami di pensiero
politico o sociologico. Invita soltanto ad usare la sensibilità invece della razionalità, a ricevere
prima di giudicare (e condannare). E invita a lasciare fuori dalle tende della platea preconcetti,
slogan e dibattiti costruiti in vitro, e ad immergersi in una vicenda sfibrante ma a suo modo
purificatrice, la vicenda di una persona come potrebbe essere qualunque spettatore.
Uscire da quel sogno è angosciante, ma solo da svegli ci si può fare qualcosa.
Anche solo capirlo.

“Deriva” è stato scritto da Alessandro Bindi e Andrea Bruni, ed è il secondo spettacolo della
“Quadrilogia degli Elementi” di KultRoses 659, insieme al già rappresentato “Anime” e a
“Clorofilla” e “Fuoco”, di prossimo allestimento.

I colori di Arlecchino

Domenica 27 Febbraio ore 16,30

Domenica 27 febbraio è Carnevale al Teatro Manzoni di Calenzano con gli attori e le marionette di TeatroLà. 

Colombina vorrebbe andare al ballo di Carnevale, ma Arlecchino è troppo pigro: vuole solo stare in pigiama, mangiare e dormire. Riusciremo a portarlo alla festa?
I Colori di Arlecchino è la nuova avventura di Carnevale di Teatrolà, per bambini dai 3 ai 10 anni.  I bimbi in maschera saranno graditi!

PIPPO POLLINA & Palermo Acoustic Quintet

2 Marzo 2022, Ore 21.00

CANZONI SEGRETE TOUR

Pippo Pollina torna in tour in Italia per presentare il suo nuovo album Canzoni segrete (in uscita nel gennaio del 2022 per Jazzhaus records e Storie di Note), il 24° dell’intensa carriera del cantautore palermitano, residente da oltre 30 anni a Zurigo.Canzoni segrete, è un album che, attraverso i suoi brani, racconta le riflessioni di un poeta, stati d’animo – a volte anche molto intimi – messi in versi e melodie. Il cantautore continua a narrare in musica sogni, speranze, delusioni, attraverso 14 brani che mostrano un artista maturo, nel bel mezzo di una ricerca personale e che continua ad affrontare nuove sfide. Senza dimenticare l’impegno civile che da sempre costituisce un tratto distintivo del suo progetto artisticomusicale.

Un progetto musicale ambizioso, un album maturo e coerente, che Pippo Pollina porterà in scena dall’inizio del 2022, per oltre un anno e con più di 100 concerti in tutta Europa.

Ad accompagnare Pollina in questo nuovo tour ci sarà un eccellente ensemble di musicisti interamente italiano, il Palermo Acoustic Quintet.

Pippo Pollina, voce piano e chitarra
Fabrizio Giambanco, batteria
Mario Rivera, basso
Gianvito Di Maio, tastiere
Roberto Petroli, sax e clarinetto
Edoardo Musumeci, chitarre

Era il 38 Luglio e faceva molto caldo

(una cosa sugli Squallor)

Sabato 29 Gennaio ore 21,15

di Fabio Fantini 

su testi e musiche di Cerruti/Pace/Bigazzi/Savio
con Fabrizio Checcacci e Fabio Fantini (voci raccontanti, recitanti, cantanti)
Alberto Cavaciocchi (chitarra, elettrotecnici e spilloni)

Gli Squallor sono stati una meravigliosa anomalia nel panorama musicale italiano. Un nervo scoperto della canzone e soprattutto, dell’industria discografica.
Erano un gruppo musicale ma non suonavano nulla. E non facevano spettacoli dal vivo.

Facevano dischi che vendevano centinaia di migliaia di copie, ma spesso non cantavano nemmeno. Hanno fatto 14 LP, dai titoli inequivocabili: Troia, Vacca, Pompa, Cappelle, Mutando, Tocca l’albicocca…
I loro nomi non apparivano sui dischi, ufficialmente la loro identità è rimasta segreta per oltre un decennio. Ma tutti, nell’ambiente e fuori, sapevano chi fossero. E che si trattava di stimatissimi professionisti della musica.
Hanno fatto due film. Probabilmente tra le cose più brutte e improbabili mai realizzate in pellicola, ma autentici oggetti di s-culto a distanza di anni. Non erano attori ma recitavano. A volte senza nemmeno farsi vedere.

Però facevano ridere. Tantissimo. Le loro telecronache, i loro monologhi, le loro canzoni – in napoletano e non – erano irresistibili e spesso rasentavano la poesia, pur nella loro volgarità. Perché erano volgari, spesso volgarissimi, censuratissimi dalla RAI ma le radio libere li passavano a spada tratta.

Quindi, uno spettacolo teatrale incentrato sugli Squallor, che mai sono apparsi su un palco e mai nessuno, ufficialmente, ha eseguito dal vivo, è quasi un’eresia. E per questo, forse, perfettamente in linea con lo spirito del gruppo.

“Era il 38 luglio e faceva molto caldo”, ovvero “una cosa sugli Squallor”, è il tentativo di raccontare a due voci la storia di un gruppo che, ufficialmente, non ce l’ha. Un viaggio tra canzoni, recitati e sbeffeggiamenti, rigorosamente realizzati dal vivo e trattati con il rispetto dei classici: da 38 Luglio ad Avida, dalle radiocronache alla saga di Pierpaolo. Ma anche le canzoni in napoletano, l’altra faccia del neomelodico. Una sorta di lezione di storia contemporanea, tra satira e b-movie. Ripercorrendo i nostri anni 70-80 da un altro punto di vista, senza nostalgia, in maniera autenticamente dissacrante.

Certi di esistere

Sabato 19 Marzo ore 21,15
Domenica 20 Marzo ore 16,30

testo, regia e idea scenica di Alessandro Benvenuti

con Maddalena Rizzi, Maria Cristina Fioretti, Marco Prosperini, Andrea Murchio, Bruno Governale, Livia Caputo

Produzione Seven Cults Teatro / TBM Teatro

La storia di cinque attori vissuti da sempre all’ombra di un autore-padre-padrone che ha dato loro la linfa affinché i destini nati sotto cattive stelle di ognuno di loro, si ammantassero delle vesti dorate del successo.
Imprevedibilmente tutto questo sembra ad un tratto non avere più senso.
Trent’anni insieme per ritrovarsi tra le mani, dono dell’autore, un testo insulso, farraginoso, brutto in maniera inspiegabile, un boccone più che amaro intriso di puro veleno.
Un elemento imprevisto e indecifrabile che farà saltare tutti gli schemi e getterà le loro menti, senza nessun preavviso, in un improvviso e impenetrabile nulla, li costringerà a pensare e rivedere ad uno ad uno i loro giorni passati per capire dove e quando, senza che nessuno se ne fosse reso conto, si è persa la strada

Ulisse, Nessuno e Centomila

La figura di Ulisse nella letteratura del 900

Sabato 19 Febbraio 2022

di e con Gianluigi Tosto

Lettura scenica su testi di D’Annunzio, Borges, Pascoli, Giono, Tabucchi, Kavafis e musiche di Respighi, Casella, Vangelis, Tsupa, Anakrousis.

La figura di Ulisse ha attraversato le epoche, i secoli, i millenni per giungere fino a noi.
Il suo viaggio è durato ben oltre i confini delle Colonne d’Ercole e ancora continua e continuerà, molto al di là delle nostre vite e dei nostri orizzonti.
Ma questa figura in virtù della sua fortissima carica simbolica, si è arricchita, durante il viaggio, di molti aspetti, molte sfaccettature e interpretazioni che gli uomini vi hanno ravvisato nelle varie epoche.
Già nell’antichità il personaggio di Ulisse, con la sua proverbiale astuzia, era stato visto, di volta in volta, con accezioni più positive o più negative, a seconda degli autori che ce lo avevano raccontato.

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