Sabato 28 Gennaio 2023, ore 21,15
di e con Sandro Querci
con Silvia Querci, Cammila Gai, Elena Talenti
regia Sandro Querci
Revival significa «rinascita, risveglio», ma anche «rivivere», far tornare di attualità, stili, modelli, tendenze e correnti di un passato recente, nel campo dello spettacolo, della musica, della letteratura e dell’arte, e in genere del costume. Revival è riproporre e riportare in auge sul palco – filtrati attraverso la sensibilità del regista e autore Sandro Querci – musiche, brani italiani ed internazionali che hanno incantato il pubblico, prosa comica e drammatica, eleganza, gusti, tendenze, appartenenti ad un recente passato. Uno “struscio” attraverso le radici delle nostre canzoni e del nostro teatro; radici universali, sempre vive.
Venerdì 13 Gennaio 2023, ore 21,15
di Marguerite Yourcenar
traduzione di Maria Luisa Spaziani
edizioni BUR contemporanea
con Serra Yilmaz
produzione BamTeatro
Spettacolo in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo
Una raccolta di storie preziose comparse per la prima volta nel 1938, mescolate a racconti e memorie di viaggi di Marguerite Yourcenar, grande amante dell’Oriente.
È un Oriente largamente inteso quello raccontato dalla scrittrice: si va infatti dai Balcani al Giappone, includendo perfino l’amatissima Grecia (che la scrittrice considerava sua terra di elezione) e che si spinge fino all’India. Una raccolta ammantata di poesia e struggenti racconti, ora tragici, ora mitologici, ora ripresi da vecchie tradizioni sconosciute ai più, che parlano di sentimenti umani e passioni nelle loro sfumature più varie e contraddittorie, come pure del potere salvifico dell’arte che pare intatto in ogni epoca dell’umanità.
La scrittura della Yourcenar, ricchissima ed elegante, regala un’aura da favola alle narrazioni proposte che brillano in una luce senza tempo e che ben si addicono ad una lettrice di eccezione, cosmopolita e appassionata come Serra Yilmaz. Percorreremo attraverso la sua interpretazione, un viaggio affascinante ed esotico in cui è il destino a prendersi gioco degli uomini e a guidare i loro passi e dove si ricorda che la via verso la libertà si esprime sovente attraverso il sogno totalizzante dell’arte.
Viaggio di uomo solo con equipaggio
Sabato 26 Novembre ore 21:15
scritto e diretto da Roberto Ciufoli
con Roberto Ciufoli, Simone Colombari e Max Paiella
musiche a cura di Max Paiella
Danton Q produzioni
Ulisse e il suo viaggio senza fine, un esempio per tutti, la curiosità, la voglia di conoscere e di esplorare che c’è o ci dovrebbe essere in ognuno di noi. Dopo il lungo assedio di Troia è partito, diretto verso la sua Penelope o ha bighellonato senza trovare la strada di casa per dieci anni prima di approdare alla sua bella Itaca? Ulisse, l’immagine dell’uomo moderno o semplicemente un distratto? Il quesito che da secoli attanaglia studiosi e letterati finalmente troverà risposte. Roberto Ciufoli, Simone Colombari e Max Paiella, propongono una riscrittura del poema omerico, un’occasione irrinunciabile per un’approfondita analisi comica e musicale.
Venerdì 18 Novembre ore 21:15
di Marco Baliani e Remo Rostagno
dal racconto “Michele Kohlhaas” di Heinrich von Kleist
con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
Produzione Trickster Teatro
Comunemente considerato uno degli spettacoli che hanno dato il via al cosiddetto teatro di narrazione, lo spettacolo prevede un attore solo seduto su una sedia (unico elemento scenografico), intento a raccontare. Messo in scena per la prima volta nel 1990, Kohlhaas è diventato presto un vero e proprio cavallo di battaglia di Baliani, che lo ha rappresentato oltre un migliaio di volte.
L’attore narra la storia di un mercante di cavalli, vittima della corruzione dominante della giustizia statale, divenuto brigante a causa dei torti subiti. La spirale di violenza generata dal sopruso subito dal protagonista offre lo spunto per una riflessione sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione dell’individuo all’ingiustizia può comportare.
Sabato 5 Novembre
di Andrea Kaemmerle
con Andrea Kaemmerle e Roberto Cecchetti al violino
Testo e regia di Andrea Kaemmerle ispirato a “Il violino di Rothschild” di Anton Cechov
Produzione Guascone Teatro
Lo spettacolo si ispira al racconto “Il violino di Rothschilld” di Cechov ed è, in generale, dedicata a tutte le produzioni minori dei grandi scrittori. Le opere scritte in fretta e furia da chi è passato alla letteratura per “giganti” da 600 pagine e che magari in un’ora di pioggia, al riparo di una tettoia ha scritto tre paginette. È l’occasione per produrre uno spettacolo diverso e ripartire a mescolare le carte del fare teatro e controllare che in 28 anni di strada non si sia smarrita qualche altra viuzza impervia per il paradiso.
PRIMA NAZIONALE
dal 28 al 30 Ottobre
di Jason Robert Brown
Regia di Fabrizio Checcacci
Con Elena Talenti e Roberto Rossetti
Pianoforte Massimiliano Grazzini
Direzione tecnica e light design Jean Paul Carradori
Coreografie e aiuto regia Brenda Bagni
Produzione La Macchina Del Suono
Uno spettacolo che commuove e diverte, come la vita.
Interamente cantato e suonato dal vivo, con Elena Talenti (Sister Act in Italia e Spagna, Rent) e Roberto Rossetti (La Bella e la Bestia, Salvatore Giuliano, Edda, Kinky Boots) nei ruoli di Kate e Jamie, accompagnati da Massimiliano Grazzini (Mamma Mia, Jesus Christ Superstar) e diretti da Fabrizio Checcacci (Rent, Murder Ballad).
La nuova versione italiana sarà tradotta da Fabrizio Checcacci, Fabio Fantini e Elena Talenti.
“La storia viene narrata dai due protagonisti in modo asincrono: lei inizia a raccontare dalla fine della storia, lui dal primo appuntamento, alternandosi alla narrazione. Un percorso che porta a enfatizzare i due punti di vista e gli stati emotivi che ne conseguono. Due personaggi veri e tridimensionali per raccontare una storia d’amore eccezionale nella sua normalità“
Su licenza Music Theatre International.
PRIMA NAZIONALE
dal 19 al 23 Ottobre
di Xavi Morató
Traduzione di Annamaria Martinolli
Con Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
Regia di Alessandro Maggi
Scene e costumi di Stefania Bocchia
Musica di Fabrizio Checcacci e Cosimo Zannelli
Produzione La Macchina Del Suono
Nota di regia
Con il pretesto di un’intervista a Eric, cantante di successo, prima del concerto del secolo, Max e Piero, nomi che poi si riveleranno inventati, cominciano a realizzare il loro progetto perverso. Sequestrano l’artista, chiedono un riscatto spropositato e tentano di opporsi con un gesto eclatante a un sistema per loro ormai da tempo irrecuperabile. Le motivazioni dei due sono differenti e, in realtà, è la mente più estrema di ”Max” che ha ordito un piano ben più singolare, che prevede la carneficina dei 20.000 spettatori che riempiranno lo stadio per il concerto. Attraverso un dialogo a tre serrato e sempre instabile tra dramma e commedia, la mediocrità della società di oggi scandisce la sequenza dei passaggi drammaturgici con chirurgica precisione, con gli stessi atti denominati “primo, secondo, terzo BOOM”.
Vengono in luce i caratteri, le personalità, i problemi di vita dei tre personaggi, la loro umanità fragile e le loro ambizioni deluse, ma anche la stupidità umana, la ricerca di denaro facile, il declino dei valori e della cultura. Possiamo rispecchiarci in questa atmosfera generale, dove tutto è semplicemente passaggio, senza punti fermi, in cui nemmeno colpi di scena continui mutano il flusso perenne del vivere senza principi di canonica saggezza e dove nemmeno gli accadimenti più sorprendenti provocano un atteggiamento di reale stupore, forse per l’accettazione tragica di un mondo impossibile da rifondare e ricostruire in rapporti di condivisione autentica.
Chi ha reso mediocre la società è cattivo?
No, forse è soltanto una vittima.
Forse.
Nessun giudizio è mai definitivo e nessuna aspettativa verrà mai soddisfatta completamente, perché creatrice di nuove attese in un clima di generale cinismo e scetticismo. In un ambiente scenografico senza stabili appoggi, metafora del mondo fuori, la vicenda segue il suo corso, in un’incessabile ed egoistica rincorsa che porta in superficie un microcosmo di esseri umani che, mentre un tempo si davano, in quanto tali, reciproco sostegno, si mostrano ora trasformati nell’homo homini lupus spietato e incline a competere con i propri simili, anche a costo di sopprimerlo o tacitarlo per sempre come se nulla fosse.
Questa irresponsabilità nell’affrontare le cose inquieta per la sua naturale leggerezza, instillando l’auspicio di un epilogo felice che, tuttavia, non può che passare attraverso momenti di baratro dal sapore di tragicommedia. Corrisponde al vero che le specie che si adattano meglio al loro ambiente sopravvivranno mentre le altre finiranno per scomparire? Il finale è ovviamente un mistero, come tutti i finali.
Il testo ha vinto nel 2015 il Premio Ciutat de Manacor de Teatro Jaume Vidal.
Alessandro Maggi