LE VOCI DEGLI ALTRI

DRAMMATURGIE DELL’IMMIGRAZIONE DAL RACCONTO AL PALCO

SABATO 22 ORE 21.15
DOMENICA 23 ORE 16.30 NOVEMBRE 2025

di Roberto Andrioli e Fabrizio Checcacci
con Orlando Contreras, Celeste Bueno, Melody Waysieh Behbahani, Singh Gurpreet (Gopi),
Yeda Kim, Hanin El Figha

diretto da Fabrizio Checcacci e Roberto Andrioli
aiuto regia Francesca Nerozzi

PRODUZIONE LA MACCHINA DEL SUONO
In collaborazone con FONDAZIONE CR FIRENZE

NUOVA PRODUZIONE – FUORI STAGIONE

Quante storie vivono silenziose nelle nostre città? Quanti viaggi, sogni e ricordi si nascondono dietro i volti che incrociamo ogni giorno? LE VOCI DEGLI ALTRI le ha ascoltate, raccolte e trasformate in teatro. Finalmente, quel viaggio arriva sul palco.
Questo spettacolo è il frutto di un percorso straordinario: un intenso lavoro di interviste e laboratori che ha dato voce alle esperienze autentiche di migranti di prima e seconda generazione. Un progetto dell’Associazione FOÀ Formazione Attori, reso possibile dal sostegno fondamentale di Fondazione CR Firenze e dall’entusiasmo di centinaia di cittadini che, attraverso una campagna di successo, ne sono diventati co-produttori.

Sul palco di LE VOCI DEGLI ALTRI, il silenzio si fa parola. Quello che prende vita non è un racconto unico e lineare, ma un potente flusso di coscienza corale, un mosaico di storie vere che si intrecciano, si rispondono e dialogano a distanza. Gli attori si fanno corpo e voce di esperienze autentiche, raccolte da migranti di prima e seconda generazione, portando in scena frammenti di esistenze con un’intimità disarmante.

La drammaturgia tesse una geografia emotiva fatta di partenze e arrivi, di sogni infranti e di tenace speranza. Monologhi che squarciano il silenzio con la forza di una confessione a dialoghi vibranti che esplorano le dinamiche familiari, l’amicizia e lo scontro con una nuova realtà. La scena si trasforma da spazio intimo del ricordo a piazza pubblica del confronto, usando pochi elementi essenziali per concentrare tutta l’attenzione sulla potenza della parola e sulla gestualità degli interpreti.
Emergono i temi universali della ricerca di un posto da chiamare casa, del peso delle radici e della libertà di scegliere chi diventare. Lo spettacolo esplora con delicatezza e senza retorica la nostalgia, le difficoltà dell’integrazione, l’orgoglio delle proprie origini e la complessa identità di chi è cresciuto tra due culture. È un’esperienza che alterna momenti di leggerezza e ironia a picchi di profonda commozione, lasciando nello spettatore un senso di ritrovata, condivisa umanità.

Questa potente opera teatrale è il risultato di un progetto reso possibile dal fondamentale sostegno di Fondazione CR Firenze e dalla partecipazione di un’intera comunità, quella del Teatro Manzoni e della Scuola Foà Formazione Attori, che ne ha abbracciato la visione.

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